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mercoledì 24 aprile 2013

Francesco De Gregori - Generale



[1978]

Generale


Generale, dietro la collina 
ci sta la notte crucca e assassina, 
e in mezzo al prato c'è una contadina, 
curva sul tramonto sembra una bambina, 
di cinquant'anni e di cinque figli, 
venuti al mondo come conigli, 
partiti al mondo come soldati 
e non ancora tornati. 

Generale, dietro la stazione 
lo vedi il treno che portava al sole, 
non fa più fermate neanche per pisciare, 
si va dritti a casa senza più pensare, 
che la guerra è bella anche se fa male, 
che torneremo ancora a cantare 
e a farci fare l'amore, l'amore delle infermiere. 

Generale, la guerra è finita, 
il nemico è scappato, è vinto, è battuto, 
dietro la collina non c'è più nessuno, 
solo aghi di pino e silenzio e funghi 
buoni da mangiare, buoni da seccare, 
da farci il sugo quando è Natale, 
quando i bambini piangono 
e a dormire non ci vogliono andare. 

Generale, queste cinque stelle, 
queste cinque lacrime sulla mia pelle 
che senso hanno dentro al rumore di questo treno, 
che è mezzo vuoto e mezzo pieno 
e va veloce verso il ritorno, 
tra due minuti è quasi giorno, 
è quasi casa, è quasi amore.